Una delle strategie maggiormente utilizzate dalle aziende per cercare di stabilire un legame con i consumatori è quella di regalare un piccolo gadget che possa richiamare il brand in questione. I gadget aziendali rappresentano un modo semplice per cercare di mantenere un contatto, ma il neurogadget è qualcosa di più. Continua a leggere per scoprirlo. 

Cos’è un neurogadget

Il termine neurogadget è stato coniato dall’azienda Sercom, specializzata nel settore della PTO (promozione tramite oggetto), che agisce sulla dimensione emotiva con un effetto multisensoriale. Nello specifico si riferisce ad un oggetto in grado di riportare la mente al ricordo del brand, facendo leva sulle emozioni degli individui al fine di attivare azioni concrete a favore del brand. Il neurogadget è portavoce del brand e del messaggio dell’azienda.

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Perchè funzionano?

Recenti studi sul neuromarketing hanno permesso a molte aziende di identificare gli stimoli in grado di scaturire emozioni positive nei clienti: con i neurogadget vengono sfruttati i principi emersi da queste ricerche per identificare i gadget più in linea con un determinato brand e un target preciso. Spesso vengono consegnati in seguito ad un acquisto ma sono anche gli strumenti preferiti per un appiglio ai valori aziendali in contesti come fiere ed eventi, dove permettono ad un brand di distinguersi dai competitors e di aumentare la visibilità. Dunque, i neurogadget sono pensati per un legame con il cliente e la successiva fidelizzazione.

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Secondo uno studio della PPAI (Promotional Products Association International) l’80% dei consumatori apprezza molto ricevere un articolo promozionale e il 70% di questi vorrebbero riceverlo più spesso. Il fatto che questi oggetti vengano considerati omaggi crea un legame ancora più forte, che può essere spiegato con il principio di reciprocità di Robert Cialdini: “siamo più propensi a dire sì a coloro dai quali abbiamo già ricevuto qualcosa”.

Vediamo ora qualche caso di studio: 

Panasonic  

Tra i vari casi di studio pubblicati da Sercom, c’è la creazione di un gadget per il centesimo anniversario di Panasonic, azienda fondata nel 1918 da Matsushita, il cui primo prodotto fu uno spinotto per l’alimentazione di dispositivi elettrici. La sfida è stata trovare un gadget che unisse le radici del primo prodotto aziendale con il concetto di modernità e progresso

Il progetto ha portato a sviluppare un gadget portatile e compatto che permette di caricare i dispositivi quando si è in movimento: un kit di ricarica per auto, composto da presa accendisigari e cavo multi presa, il tutto inserito in un piccolo astuccio nero brandizzato. 

Hikvision

Un altro caso interessante è quello dell’Hikvision, azienda di prodotti per videosorveglianza, che aveva necessità di promuovere dei nuovi prodotti con due principali obiettivi: promuovere l’azienda e migliorare la percezione del brand. 

Sercom ha quindi progettato tre prodotti estivi di uso quotidiano: una crema solare con packaging personalizzato che richiama il senso di protezione; un telo mare con colori accesi che richiama l’alta risoluzione dei colori delle immagini della telecamera e una cassa bluetooth che, con i dettagli della superficie, riprende l’idea dei cavi arrotolati SBOBOX, la nuova linea di cavi dell’azienda.

Dunque, questi gadget non sono semplici gadget ma sono il risultato finale di una strategia ben più ampia, che parte da uno studio neuroscientifico applicato al caso specifico di un brand e ideata in modo tale da suscitare emozioni positive riconducibili ai valori aziendali o al marchio stesso.

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