Secondo l’indagine sulla digitalizzazione delle città italiane ICity Rank, nel 2021 Firenze si è confermata al primo posto per il secondo anno di fila, seguita nella top 5 da Milano, Bologna, Roma e Modena.
Questa classifica tiene conto di 36 indicatori, basati su 130 variabili e sintetizzati in 8 indici: servizi pubblici online, app di pubblica utilità, integrazione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, reti Wi-Fi pubbliche e diffusione delle tecnologie di rete.
Con l’introduzione del 5G e l’evoluzione dell’intelligenza artificiale le nostre città si preparano a trasformazioni tecnologiche rivoluzionarie.
Ma nel concreto cosa vuol dire rendere una città intelligente?
Vediamo 5 applicazioni super tecnologiche che esistono già in giro per il mondo!
- Rifiuti intelligenti
La raccolta dei rifiuti è sempre un argomento complesso nelle grandi metropoli; esistono però dei cassonetti hi-tech che possono notevolmente ridurre costi, lavoro e inquinamento! Dotati di pannelli solari per autoalimentarsi e sistemi di compattamento dei rifiuti, questi contenitori monitorano in tempo reale il livello di riempimento, così da poter chiedere di essere svuotati quando sarà il momento!
- Semafori prioritari
Grazie a sensori posti nei punti nevralgici, GPS sui mezzi pubblici e intelligenza artificiale, i semafori possono regolarsi automaticamente in base al flusso del traffico: se un autobus è in ritardo, ad esempio, può “chiedere” ai semafori sul suo percorso di diventare verdi quando si avvicina, in modo da recuperare sulla tabella di marcia. Allo stesso modo, se si forma una coda molto lunga da una sola parte dell’incrocio, il semaforo potrà rimanere verde più a lungo per far scorrere il “tappo”, e così via, puntando su una gestione degli incroci “al bisogno” invece che impostata su tempi standard. - Guida
Oltre alla gestione del traffico in movimento, anche i parcheggi possono essere gestiti in maniera smart: poche cose sono più frustranti e noiose del dover cercare parcheggio in alcune zone cittadine… perché non delegare il compito ad un’intelligenza artificiale? Grazie ad applicazioni e sensori, le nostre auto potranno sapere dove si trova il parcheggio libero più vicino, segnalarcelo e, perché no, “prenotarlo” per evitare che un’altra auto si diriga contemporaneamente nello stesso punto. Le nostre auto saranno anche in grado di calcolare da sole la loro autonomia e indicarci la stazione di rifornimento (di carburante o elettrica) che fa al caso nostro in base a convenienza, distanza e posizione sul nostro tragitto! - Monitoraggio dei consumi
C’è una perdita in una tubatura dell’acqua? Un malfunzionamento della rete elettrica che causa consumi più elevati del dovuto? E quali parti della città generano più inquinamento? Grazie a una rete di dispositivi IoT tutti i consumi e gli apparati possono essere monitorati in tempo reale per rilevare guasti e altre problematiche. Nelle zone in cui questi sistemi sono già in funzione, è stato consumato il 20% in meno di acqua e la metà dell’energia elettrica! - Amministrazione agile
Sapevate che lo SPID è attivo dal 2015? Purtroppo c’è stato bisogno di un evento tragico come una pandemia per dargli la spinta decisiva e farlo diventare parte integrante della nostra vita di cittadini, ma questa tecnologia è a nostra disposizione già da tempo. La digitalizzazione della pubblica amministrazione procede ancora a singhiozzo e non tutti i servizi sono fruibili online, ma la strada è ormai tracciata!
Ma non finisce qui: pensate a quante applicazioni potrebbero avere i dispositivi smart nella gestione delle fabbriche, degli edifici residenziali, fino anche all’assisted living per anziani e disabili o funzionalità di telemedicina… insomma, la gamma di potenziali applicazioni può coprire qualsiasi settore.
Ma quando potremo sperare di vedere queste soluzioni implementate anche nelle città italiane?
A quanto pare, non stiamo parlando di fantascienza! Buona parte dei fondi del PNRR saranno infatti destinati a rendere le nostre città sempre più smart. Infatti, circa 750 milioni saranno destinati alla creazione di infrastrutture per la ricarica elettrica di dispositivi (come automobili, biciclette, monopattini…), altri 900 alle integrazioni digitali per la nostra rete idrica, e quasi 30 miliardi andranno al settore dell’IoT.
Insomma, ci stiamo già lavorando!
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