Ormai dal 2009, è possibile piantare alberi semplicemente facendo ricerche su internet. Non è un’utopia: per finanziare la messa a dimora di un albero bastano in media 45 ricercheQuesto è possibile grazie a Ecosia, continua a leggere l’articolo per scoprire cos’è e come funziona.

Di cosa si tratta 

Ecosia è un motore di ricerca creato nel 2009 in Germania da Christian Kroll.  Come quasi tutti i motori di ricerca, Ecosia trae i suoi profitti dagli annunci pubblicitari: ogni volta che un utente clicca su un’inserzione presente vicino ai risultati Ecosia guadagna qualcosa.

 

Il guadagno dipende dal valore degli annunci e dal periodo in cui avviene la ricerca, mediamente corrisponde a qualche centesimo.

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Cosa ha di diverso Ecosia? La differenza con gli altri motori di ricerca è che Ecosia investe gran parte dei suoi profitti (l’80%) nella piantumazione di alberi in diverse aree del mondo. La scelta su dove attuare progetti di riforestazione ha un’importante risonanza anche sul piano sociale, perché va ad agire nelle aree più povere del pianeta e laddove la biodiversità è a rischio.  

I risultati fino ad ora 

Negli anni, l’azienda ha piantato oltre 180 milioni di alberi in più di 35 Paesi in collaborazione con le organizzazioni del luogo. Il contatore di alberi, in continuo aumento, è costantemente aggiornato sulla home page del sito e l’icona di un piccolo albero accanto alla barra di ricerca indica la frequenza di utilizzo e quindi il numero di alberi piantati dalle tue ricerche personali. Più ricerche corrispondono a più alberi e, come accennavo prima, in media è possibile “piantare” un albero ogni 45 ricerche. 

Fino al 2017 la società ha dichiarato di aver raggiunto la neutralità carbonica, ovvero di riuscire a compensare il 100% delle emissioni prodotte dai server e dai dispositivi degli utenti, che attualmente sono oltre 20 milioni

Dal 2017 in poi, ha dichiarato che, grazie anche ad un impianto a pannelli fotovoltaici, riesce a rimuovere dall’atmosfera più anidride carbonica di quanta ne emettono le sue attività, tenendo ovviamente conto di quella assorbita dagli alberi piantati dai propri progetti.Spesso infatti si tende a pensare che tutto ciò che è virtuale, quindi immateriale, non abbia un impatto ambientale ma non è così.  A tal proposito, se non l’hai già fatto, ti consiglio di leggere il mio articolo  Green Data Center: come funziona?

Dunque, attraverso la scelta di Ecosia come motore di ricerca, si può contribuire ad un processo di riforestazione e salvaguardia delle biodiversità. Che siano i gesti di ogni singolo utente o le iniziative di intere aziende, è possibile dare concretamente una mano. 

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