Ti sei mai chiesto perché su alcune pagine o addirittura interi siti web è semplice ed immediato trovare cosa stai cercando mentre su altri è una vera e propria impresa?

Beh, la risposta è semplice: quando riesci a trovare le informazioni che stai cercando senza effettuare ricerche troppo articolate, significa che dietro c’è un ottimo utilizzo della User Experience Design! Per sapere cos’è e come funziona continua a leggere il mio articolo!

Innanzitutto, cos’è la UXD?
La User Experience Design (UXD), ovvero la progettazione dell’esperienza utente, è il processo volto ad aumentare la soddisfazione e la fedeltà del cliente migliorando l’usabilità, la facilità d’uso e il piacere fornito nell’interazione tra il cliente e il prodotto, consentendo un’esperienza piacevole all’utente finale.

In pratica, la UXD è l’architettura dell’informazione, ovvero come viene comunicata e resa disponibile un’informazione su Internet, ma anche tutte le meta-informazioni che arricchiscono di ulteriore significato l’informazione stessa.

Gli architetti dell’informazione, che appunto operano in questo settore, utilizzano i CMS (content management system) per rendere comprensibili le informazioni, che devono essere allineate ai modelli mentali delle persone che ne fruiscono per essere comprensibili.

Infatti, per produrre una buona UXD, si deve mettere al centro l’utente, rispondendo ai suoi bisogni (user center design), chiedendosi cosa cerca.

La sfida è fare in modo che il significato resti lo stesso, anche quando cambia la forma o la struttura dell’informazione (e quindi della pagina web).

Ma cosa accade se la UXD viene sfruttata impropriamente?
Quando navighiamo su Internet, pensiamo di essere completamente liberi nelle azioni che svolgiamo e nei percorsi che seguiamo, ma purtroppo non sempre è così. Si può purtroppo incappare in pagine o anche interi siti che sono stati progettati per far compiere agli utenti scelte condizionate, a volte addirittura in modo ingannevole e non esplicito. Come? Grazie ad uno sbagliato utilizzo della User Experience Design.

Se ci pensiamo, quanto spesso mentre navighiamo inseriamo il “pilota automatico” e ci troviamo a cliccare su un “avanti” o su degli “accetta” solo perché siamo abituati a farlo?

I dark pattern, letteralmente “modelli oscuri”, sfruttano proprio questo: sono delle interfacce che si servono dei bias cognitivi degli utenti, portandoli a compiere inconsapevolmente delle azioni che altrimenti, molto probabilmente, non svolgerebbero!

Quali sono queste azioni indesiderate?
Beh, purtroppo qualsiasi, dall’iscrizione ad una newsletter, alla cessione dei propri dati, ad un acquisto e così via.

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Purtroppo questo è possibile proprio grazie a soluzioni di design, che posizionano furbamente un pulsante, una casella da spuntare, testi ambigui, lunghissimi o impossibili da leggere, o con percorsi contorti per annullare un ordine o un’iscrizione.

Questo fenomeno però non deve risuonare nuovo: esisteva già, solo che il digitale l’ha reso più difficile da cogliere, più pervasivo e, purtroppo, più efficace. Infatti, sia online che offline, è sempre necessario stare sull’attenti e riuscire a distinguere una buona strategia di marketing da una vera e propria manipolazione, che può addirittura essere molto, se non direttamente aldilà, del confine tra legale ed illegale.

Inoltre, ricordati che una User Experience Design corretta ti permette non solo di tutelare gli utenti, ma anche di avere un vantaggio competitivo, come tutti i buoni business!

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