Negli ultimi anni si è parlato spesso di intelligenza artificiale, delle sue peculiarità e delle possibili e sempre più frequenti applicazioni. Ultimamente è stato approfondito l’utilizzo dell’IA nell’ambito delle programmazioni di codici: continua a leggere, ti spiego meglio di cosa si tratta!

Di cosa si tratta e come cambia la programmazione

Senza l’utilizzo dell’IA la programmazione, ovvero il processo che porta alla costruzione dei programmi informatici, è costituita da più fasi che prevedono l’analisi e la generazione di algoritmi, nonché lo studio della loro accuratezza e del consumo, e l’implementazione di questi algoritmi, ovvero la scrittura del codice. Generalmente i codici  sono scritti dai programmatori che lavorano con strumenti software, ma cosa cambia con l’utilizzo dell’IA?

L’AI code assistant è uno strumento che permette ai programmatori di creare le componenti software di cui hanno bisogno senza scrivere manualmente tutto il codice ma semplicemente descrivendo ad un’IA, come ChatGPT o GitHub Copilot, quello che deve fare. Sarà la stessa IA in autonomia a generare un codice funzionante. 

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Quanto fidarsi dell’AI code assistant?

A cosa si può andare incontro lasciando che l’IA produca codici al posto dei programmatori? Sicuramente, il fatto che chiunque abbia accesso a strumenti di intelligenza artificiale in grado di elaborare stringhe di codice, fa sì che non necessariamente si debba conoscere troppo bene il funzionamento della programmazione, e questo a sua volta può portare a non rendersi conto di eventuali errori nei codici. Nel caso di programmatori esperti però si può pensare che con l’inserimento dell’IA la loro produttività aumenti e migliori.

A tal proposito, uno studio pubblicato dalla Stanford University ha provato a rispondere a domande riguardo la qualità, la sicurezza e l’effettivo vantaggio di utilizzare l’IA nelle programmazioni. Lo studio ha rivelato che, in media, i programmatori partecipanti che hanno usato l’intelligenza artificiale hanno prodotto codici di minore qualità e con falle di sicurezza anche gravi. D’altro canto è emerso che una maggiore attenzione ai dettagli nel formulare il prompt può avere una certa rilevanza nella qualità del risultato.

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L’esempio di Devin

Proprio di recente Cognition, una startup statunitense, ha lanciato Devin, un nuovo code assistant AI che secondo i suoi sviluppatori, a differenza di altri strumenti, non si limita a suggerire il codice ma è in grado di costruire un progetto dall’inizio alla fine in modo completamente autonomo. Devin è capace di gestire autonomamente compiti come la comprensione dei requisiti e dei codici e risolvere i bug, anche grazie all’autoapprendimento: infatti è stato definito il primo ingegnere software AI

In conclusione, secondo le stime di Gartner nel 2028 la produttività del lavoro dei software engineer che utilizzeranno AI code assistant aumenterà del 50%; in realtà però ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione, per cui una previsione più oggettiva vede questa percentuale abbassarsi al 10%.

Dunque, possiamo dire che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito di programmazione sicuramente rappresenta un valido supporto per velocizzare determinate operazioni ma allo stesso tempo non rappresenta un sistema di cui potersi fidare al 100%, quindi è importante avere conoscenze per poter individuare gli errori. 

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