Il nuovo regolamento in merito al Registro Pubblico delle Opposizioni Dpr 26/2022 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 marzo 2022 è il frutto di un percorso iniziato nel 2018 per regolamentare e moderare il cosiddetto Telemarketing aggressivo, ossia tutte quelle chiamate commerciali che riceviamo ogni giorno, anche sui nostri cellulari, e che in alcuni casi limite possono diventare eccessivamente insistenti o persino fraudolente.

Ma facciamo un passo indietro: perché queste aziende ci chiamano così spesso cercando di venderci servizi più o meno legittimi?

Solitamente tutto ha inizio nel momento in cui forniamo il nostro numero di telefono durante l’iscrizione a qualcosa: creare profili sui social o account nei siti web, carte fedeltà nei negozi, promozioni o acquisti online… se accettiamo che i nostri dati possano essere ceduti ad aziende terze, ecco che inizieremo a comparire sulle prime liste di contatti acquistate dai call center outbound (cioè, quelli che effettuano chiamate commerciali senza essere stati precedentemente contattati dal cliente). In alcuni casi, le aziende che si occupano di elaborare queste liste possono incrociare i dati forniti ai diversi venditori durante l’iscrizione per stilare un profilo più o meno accurato determinando genere, età, città di residenza e altre informazioni più o meno approfondite.

Al momento, è sufficiente aver fornito anche una sola autorizzazione per poter essere contattati. Come se non bastasse, ci sono anche dei casi in cui i regolamenti in materia di trattamento dati non vengono perfettamente rispettati: il nostro contatto può rimanere in giro per anni, essere venduto indiscriminatamente anche per servizi lontani dal nostro interesse, oppure essere sfruttato un numero molto elevato di volte, portandoci a ricevere numerose chiamate nell’arco di poco tempo… Inoltre, in alcuni casi, i consensi che forniamo possono essere pilotati ed ottenuti in maniera un po’ poco limpida tramite un utilizzo scorretto dell’UX Design.

Proprio per questo motivo il nuovo decreto fornisce un nuovo strumento di difesa agli utenti: il Registro Pubblico delle Opposizioni, da quest’anno esteso anche ai numeri di cellulare.

Il decreto, che entrerà ufficialmente in vigore il 27 luglio, prevede che tutti gli intestatari di un’utenza telefonica (fissa o mobile) abbiano il diritto di iscriversi gratuitamente al Registro per chiedere di non essere più contattati con finalità commerciali, con effetto retroattivo su tutti i consensi forniti in precedenza, e rinnovabile in qualsiasi momento per rimuovere i consensi forniti dopo la prima iscrizione. Tutte le società che si occupano di telemarketing, per sé o per conto terzi, avranno l’obbligo di consultare il registro ogni 30 giorni per verificare che i numeri presenti nelle loro liste non ne facciano parte.

Ma questo sistema sarà veramente efficace per ridurre la quantità di chiamate indesiderate che riceviamo?
È sicuramente presto per dirlo, ma in caso di violazione del decreto, gli utenti che si sono iscritti al Registro ma dovessero continuare a ricevere chiamate potranno segnalare la violazione al Garante per la protezione dei dati personali: gli operatori che non rispetteranno le opposizioni saranno passibili di sanzioni amministrative fino al 4% del fatturato totale annuo, ma nel caso di violazioni reiterate o gravi si può arrivare alla sospensione o revoca della licenza.

Questo provvedimento rappresenterà sicuramente un grosso respiro di sollievo per tutti coloro che ricevono chiamate frequenti ed aggressive da più operatori, ma per le aziende che fanno attività di telemarketing in maniera lecita e rispettosa delle normative il rischio di incappare in gravi conseguenze se i dati non vengono gestiti nel modo più corretto diventa sempre più concreto!

Per questo è necessario correre ai ripari, dotandosi di strumenti che ci possano supportare al meglio nella gestione dei nostri contatti (come nel caso delle integrazioni tra centralino e CRM) mentre, per le aziende più strutturate e con una mole di dati e contatti impegnativa da gestire, vale la pena di considerare la designazione di un Responsabile della Protezione Dati

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