Con l’affermazione dell’intelligenza artificiale e il suo utilizzo con strumenti come chatbot e assistenti virtuali, si potrebbe essere azionato il declino dei motori di ricerca: continua a leggere l’articolo per scoprirne il motivo.

L’ipotesi di Gartner

Secondo uno studio condotto da Gartner, una società di analisi e consulenza tecnologica, entro il 2026 il traffico generato sui motori di ricerca verso i siti web potrebbe calare fino al 25% a causa dei sempre più diffusi chatbot, assistenti virtuali e altri sistemi in grado di fornire risposte sfruttando l’intelligenza artificiale generativa

L’intelligenza artificiale, infatti, sta diventando sempre più in grado di fornire risposte alle domande degli utenti. I cosiddetti motori di risposta, come ad esempio Chat GPT, offrono la possibilità, attraverso interazioni con agenti conversazionali, di avere informazioni e assistenza. Se, come ipotizza Gartner, sempre più utenti faranno affidamento ai motori di risposta, inevitabilmente i motori di ricerca tradizionali e i siti web subiranno perdite importanti nel tempo e per gli inserzionisti aumenteranno i costi per poter competere con l’IA.

I possibili vantaggi 

Il fatto di poter sostituire i motori di ricerca con l’IA potrebbe portare, o già almeno in parte lo sta facendo, diversi vantaggi. I principali sono:

  • Personalizzazione: i risultati proposti si adattano alle esigenze degli utenti
  • Comprensione e precisione: gli algoritmi sarebbero in grado di comprendere meglio le richieste e quindi fornire risposte con maggiore precisione
  • Integrazione: l’IA, in continua evoluzione, potrebbe essere integrata con altre tecnologie al fine di rendere l’esperienza più immersiva
  • Dinamicità: si potrebbe adattare ai cambiamenti nelle ricerche degli utenti 

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Google

La vittima principale di questa trasformazione che tende ai motori di risposta sarebbe proprio Google. Principalmente i motivi sono due: il primo è che ad oggi Google controlla più del 90% delle ricerche online; il secondo motivo è che la sua ricchezza si basa sulle pubblicità presenti tra i risultati di ricerca, che gli genera oltre 230 miliardi di dollari di fatturato annuo.

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Google, già qualche anno fa, aveva deciso di riorganizzarsi e accelerare la ricerca verso soluzioni con IA integrata per contrastare la concorrenza. In particolare, per cercare di ricucire il divario con ChatGPT, lo scorso anno ha lanciato Gemini. 

Dunque, ChatGPT ha indubbiamente messo pressione e sembrerebbe che ci siano tutti i presupposti per far sì che l’IA diminuisca notevolmente il traffico sui motori di ricerca; inoltre, i principali motori di ricerca si stanno muovendo in direzione dei chatbot per cercare di arginare il potere di ChatGPT. Troverà riscontro il report pubblicato da Gartner?

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