Hai mai sentito parlare di Native Advertising? È una soluzione pubblicitaria online che permette di coinvolgere maggiormente e disturba meno gli utenti. Leggi il mio articolo per saperne di più!
Cos’è il Native Advertising
Il Native Advertising è una forma di pubblicità in cui puoi imbatterti online: la differenza con gli altri formati di adv è che non risulta invasiva e disturbante rispetto al contenuto di cui l’utente sta fruendo online.
Come? Ciò che caratterizza il Native adv è che è integrato con il contesto in cui appare: deve risultare coerente, sia per il contenuto che visivamente, e rilevante, magari aggiungendo anche qualcosa in più.
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Per risultare tale, può rifarsi allo stesso formato o alla stessa tipologia di contenuti della piattaforma che lo ospita. Un esempio che sicuramente ti è capitato sono i post sponsorizzati sui social, che sono come qualsiasi altro post della piattaforma, ma con la scritta “sponsorizzato”: questi non vanno a disturbare l’utente come una qualsiasi pubblicità invasiva che magari irrompe sulla schermo risultando un elemento di disturbo, ma si integra con gli altri contenuti.

Vediamo ora quali sono i formati più diffusi in cui può comparire il Native Advertising.
- Annunci: come ad esempio i banner, questo formato può comparire su articoli o siti web; tratta di argomenti in linea con il contesto, ma deve essere etichettato in qualche modo come adv o contenuto sponsorizzato.
- Risultati di ricerca: sono gli annunci che appaiono sui motori di ricerca quando l’utente cerca parole chiave su cui sono attive delle campagne; il fatto che siano un adv è segnalato dalla dicitura “annuncio”.
- Immagini: possono essere post o storie che appaiono sui social media, comparendo nel feed o nelle storie come se fossero un qualsiasi altro post o storia delle persone seguite; anche in questo caso appare la dicitura “sponsorizzato”.
- Video: come le immagini, questo formato appare generalmente su YouTube o sui social, soprattutto su Instagram e TikTok.
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Vantaggi e svantaggi
Questa tipologia di pubblicità online ha sicuramente notevoli vantaggi: come accennavo prima, oltre a non disturbare l’esperienza online dell’utente, e quindi non passando come pubblicità “invasiva”, può anche risultare utile, proponendo contenuti correlati o attinenti a ciò che sta cercando. Proprio per questo può portare ad un maggiore coinvolgimento rispetto al solito adv, quindi è più facile che l’utente interagisca con l’annuncio.
Tuttavia, ci sono anche alcuni svantaggi da tenere in considerazione.
Innanzitutto è necessario segnalare che si tratta di adv: questo vale in generale per le pubblicità, ma nel caso del Native Advertising risulta davvero essenziale. Infatti, l’utente potrebbe scambiare il contenuto adv per uno organico: il rischio dunque è che l’annuncio possa passare come pubblicità occulta. Così potrebbe passare l’idea che il brand voglia ingannare l’utente; questo può avvenire anche perché gli utenti abbassano le loro “barriere di difesa” verso la pubblicità, perché non percepiscono il contenuto pubblicitario come tale.
Un altro elemento che può trarre in inganno gli utenti è la fonte: soprattutto gli adv su articoli o siti web che si fondono con il contesto potrebbero sembrare parte del contenuto stesso, quindi come se fossero scritti dalla stessa fonte, e l’utente potrebbe attribuirgli la stessa autorità.
Dunque, quando si parla di Native Advertising, devi prestare attenzione che sia ben visibile l’indicazione che è un contenuto pubblicitario ma, se usato bene, può risultare più coinvolgente per il pubblico.
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