Il social basato solo sull’audio è spopolato durante la pandemia, tenendo compagnia a milioni di persone, ma come? E soprattutto, che fine ha fatto? Qual è il suo futuro? Scopriamolo insieme!

Cos’è e come funziona Clubhouse
ClubHouse è stato lanciato nell’aprile 2020, e oggi è arrivato ad avere 6 milioni di utenti. Inizialmente era disponibile solo per sistema operativo iOS e si accedeva solo tramite un invito a stanze virtuali, adibite a discutere argomenti precisi: nella stanza ci sono moderatori, speaker o ascoltatori, per conversare tramite messaggi vocali che, con la fine della conversazione, si cancellano automaticamente, a meno che non vengano segnalate violazioni degli standard.

Il successo del social è dovuto principalmente a vari fattori, tra cui il fatto che è stato il primo social basato interamente sull’audio, senza foto, video o testi. Inoltre, il fatto che si poteva accedere esclusivamente su invito lo rendeva molto attraente, perché chi non era invitato voleva assolutamente esserlo, ma soprattutto erano presenti personaggi famosi, come celebrità e musicisti, oltre agli influencer, fattore che non solo rendeva ancora più attrattivo il social ma che gli ha dato anche molta risonanza mediatica.

Potrebbe interessarti anche: Reddit: cos’è e come usarlo

Cos’è successo poi?
Dopo il successo iniziale, il social ha subito un duro calo, e le ragioni sono molteplici.
Innanzitutto, le persone non avevano più abbastanza tempo disponibile: tornando alle abitudini di vita pre-pandemia, chi aveva più il tempo di stare ad ascoltare ore di conversazione, soprattutto con attenzione?

In secondo luogo, non c’è stata molta possibilità di monetizzazione sulla piattaforma e il pubblico è molto più difficile da fidelizzare, dato che il social si basa sull’audio e quindi su contenuti che richiedono più tempo e attenzione rispetto a foto o video, per cui i creator non sono riusciti a guadagnare su ClubHouse, come invece fanno sugli altri social.

Inoltre, gli altri social non sono rimasti a guardare, ma anzi hanno implementato delle funzionalità ispirandosi chiaramente a ClubHouse. Ad esempio, Twitter ha introdotto Twitter Spaces dove, direttamente da Twitter, gli utenti si possono riunire in delle stanze per parlare in live.

LinkedIn invece ha lanciato i Live Events, per creare e partecipare ad eventi professionali come meetup, workshop online, e altro ancora.
Ad emulare ClubHouse sono stati anche Facebook, con le sue Live Audio Room, e Spotify con GreenRoom, un’app per mettere in contatto i creator di audio, musica e podcast, con il pubblico.

Per molto tempo c’è stato anche il problema dell’accessibilità: il social è divenuto disponibile per Android solo a fine maggio 2021, mentre la versione per browser a gennaio 2022.

Infine, in Italia c’è stato meno investimento rispetto al mercato di lingua inglese.

Potrebbe interessarti anche: TikTok: ecco dove e come le aziende possono intercettare la Gen Z

Qual è il suo futuro?
Nell’ultimo anno Clubhouse ha integrato delle nuove funzionalità per migliorare l’esperienza sulla piattaforma, cercando di semplificare e migliorare i meccanismi di interazione tra gli utenti e i vari gruppi.

In particolare, ecco le principali novità:

  • è stato abolito l’ingresso tramite invito;
  • è stata migliorata la ricerca dei gruppi e degli argomenti;
  • sono state introdotte le chat;
  • sono stati implementati i link;
  • è stata migliorata la grafica dell’app, ad esempio introducendo la “dark mode”;
  • è stata aggiunta la sezione gaming.

Basteranno queste novità a salvare Clubhouse? Per ora è certo che sono un tentativo da parte di Clubhouse per far rimanere gli utenti sul social, ma la domanda è: si specializzerà nel settore audio, rischiando di perdere ulteriori utenti e di essere “copiato” da altri social, o inizierà ad ampliare la sua offerta, rischiando di omologarsi?

Lo scopriremo nei prossimi mesi.