Dal lancio dei Bitcoin nel 2009 ad oggi, le valute virtuali hanno fatto molto parlare di sé. Ma cosa sono di preciso le criptovalute e cos’hanno di diverso dalle valute tradizionali? Vediamolo insieme.

Quando venne effettuata la prima transazione in bitcoin, il 12 gennaio del 2009 (dopo una settimana dal lancio ufficiale della valuta) il valore di un singolo bitcoin venne fissato a meno di un centesimo di dollaro. Ma il primo vero acquisto pare sia stato fatto da un programmatore informatico della Florida, che pagò diecimila bitcoin per ordinare due pizze. Ecco, ora mettetevi seduti: nel 2021, il valore di 1 bitcoin ha toccato la cifra record di 63 mila dollari. L’uno. Avete fatto il calcolo? Speriamo che quelle pizze fossero davvero buone! Ma com’è possibile che una moneta abbia delle fluttuazioni di valore così ampie?

Cerchiamo di capire cos’è una criptovaluta e come funziona
Per prima cosa, non esistono solo i bitcoin, ma centinaia di altre criptovalute (come Ethereum, Ripple o Litecoin, giusto per citarne alcune) più o meno diffuse ed affermate. Bitcoin è però stato il primo sistema di valute virtuali basate sulla blockchain, e quindi per comodità l’intero sistema viene chiamato Bitcoin mentre bitcoin, con la b minuscola, identifica la valuta specifica.

Una moneta virtuale non è altro che una serie numerica, divisa in blocchi di bit codificati in maniera immutabile all’interno di una catena, la famosa blockchain.

Per farla semplice: ogni utente di Bitcoin è connesso con gli altri, e detiene una copia del registro in cui sono memorizzate tutte le transazioni di tutti gli utenti, dalla nascita dei Bitcoin ad ora. Ogni volta che viene creato o trasferito un bitcoin, tutti i dispositivi collegati devono risolvere un problema crittografico molto complesso. Il primo computer che riesce a risolverlo lo comunica agli altri, creando così un nuovo blocco. Truccare questo sistema per falsificare o rubare Bitcoin è considerato impossibile.

Questo sistema fa sì che le criptovalute siano completamente svincolate da istituzioni come banche, governi o altre autorità che possano controllarne flussi e valore. Di conseguenza, le criptovalute sono molto più simili ad asset, come l’oro o il petrolio, e il loro valore viene determinato dai mercati e dagli investimenti che le persone fanno, facendo aumentare la domanda o l’offerta e, di conseguenza, il valore. Oltretutto, a differenza delle valute convenzionali i Bitcoin si possono anche conservare e poi rivendere quando il loro valore sarà aumentato, rappresentando un vero e proprio investimento.

Ma perché si parla tanto dell’impatto ambientale di una valuta che non esiste in forma concreta?
Il processo di crittografia di cui abbiamo appena parlato ha bisogno di una grandissima capacità di calcolo e diventa sempre più complesso, tanto che da qualche anno un normale computer non è più in grado di fare molto. In giro per il mondo sono nate delle enormi bitmining factory, capannoni con migliaia di computer che lavorano incessantemente ai problemi di crittografia necessari alla blockchain, e che hanno bisogno di energia per funzionare ma anche di potenti impianti di raffreddamento. Secondo le stime più recenti, il consumo di energia elettrica annuo del sistema Bitcoin è maggiore di quello dell’intera Argentina, e gran parte di questa energia proviene da fonti non rinnovabili.

Inoltre, i Bitcoin vengono spesso associati al deep web e ad attività criminali: non essendo regolate da banche o organi governativi, le criptovalute sono completamente anonime, e vengono conservate e scambiate all’interno di wallet virtuali identificati solamente da un codice che può trasformarsi in un’arma a doppio taglio: se da una parte garantisce il totale anonimato, dall’altra rende assolutamente impossibile recuperare i propri Bitcoin se si perde la chiave di accesso al wallet. Tutto questo però rende molto facile spostare denaro da un utente all’altro senza nessuna tracciabilità, favorendo anche tutti quegli scambi non proprio legittimi come l’acquisto di merci illegali attraverso il deep web, o il pagamento di tangenti e riscatti.

Avevo parlato dei ransomware e di come questi siano diventati molto più frequenti proprio grazie alla diffusione delle criptovalute. Insomma, il sistema della blockchain rappresenta uno strumento molto interessante e può essere applicato a molti altri settori, come quello dei certificati di autenticità o la tracciabilità di molti prodotti. Le criptovalute sono sicuramente uno strumento controverso, ma se riusciranno a risolvere i problemi di cui abbiamo appena parlato, potrebbero riuscire ad affermarsi in maniera più stabile e duratura.