Per via della sua natura “immateriale”, tendiamo a pensare che tutto ciò che è virtuale non abbia alcun tipo di impatto ambientale.

Purtroppo non è affatto così!

Sapevate che una semplice e-mail genera (in base agli allegati) tra i 4 e i 50 g di anidride carbonica? Secondo una stima della BBC, infatti, le mail inviate da un solo impiegato medio nel corso di un anno hanno lo stesso impatto ambientale di un viaggio di 320 km in automobile.

Com’è possibile?
Beh, anche se una mail ci appare come una cosa astratta, in realtà per essere trasmessa al suo destinatario dovrà essere copiata e trasmessa da un server all’altro lungo tutto il percorso necessario, e l’intera infrastruttura tecnologica che lo rende possibile ha un grosso impatto in termini di consumo di energia. Lo stesso vale per i post sui social media, i siti web e le ricerche sui motori di ricerca, e in un mondo sempre più virtuale e interconnesso non possiamo ignorare l’impatto ambientale della tecnologia.

Una delle soluzioni più interessanti ci viene offerta dal Green Data Center.
Il Data Center, o Centro Elaborazione Dati, è il luogo fisico dove vengono conservati gli apparati fisici che si occupano di gestire e conservare questi dati. In parole povere, è dove si trovano tutti i server di un’azienda (o di un gruppo di aziende).

Nel caso di una piccola azienda, di solito è sufficiente un armadio rack dalle dimensioni piuttosto contenute; le grandi aziende, invece, possono arrivare ad avere data center grandi come una città (ad esempio, i server di Facebook occupano diversi stabilimenti in giro per il mondo, per un incredibile totale di quasi 4 milioni di metri quadri!). Chiaramente, più sono i server in funzione e maggiore sarà il fabbisogno energetico perché i server non solo devono essere alimentati 24h su 24 ma anche raffreddati, poiché come tutti gli apparecchi elettronici tendono a surriscaldarsi molto e il rischio incendio è sempre dietro l’angolo (ne avevo parlato anche nell’articolo sulle Criptovalute).

Ma torniamo al nostro Data Center sostenibile: come è possibile mantenere questi giganti tech riducendo il più possibile il loro impatto ambientale?

  • Energia rinnovabile: se è vero che il problema principale è la quantità di energia che viene consumata, riuscire ad ottenere questa energia da fonti rinnovabili a basso impatto inquinante sarebbe già un ottimo modo per ridimensionare il problema.
  • Tecnologie sostenibili: un’altra ottima soluzione riguarda l’adozione di tecnologie con una buona efficienza energetica.
    Server a risparmio energetico, data center modulari che possano essere ampliati o ridimensionati in base all’effettiva necessità di potenza possono contribuire in maniera significativa ad abbassare il fabbisogno energetico del Data Center.
  • Raffreddamento intelligente: come abbiamo detto poco fa, il problema non riguarda solo l’alimentazione, ma anche il raffreddamento dei server: un tradizionale sistema di climatizzazione può diventare persino più dispendioso dell’alimentazione stessa. Per questo, si preferisce ricorrere a sistemi di ricircolo dell’aria ed umidificazione

Il caso Facebook
L’esempio più lampante di Green Data Center è rappresentato dallo stabilimento di Facebook a Luleå, nel nord della Svezia. La quantità di energia idroelettrica prodotta in questa regione è così elevata da supportare l’intera nazione, tanto da avere addirittura un surplus del 50%.

Inoltre, con una temperatura che si aggira spesso intorno a -20°C e molto raramente arriva a sfiorare i 20°C, mantenere bassa la temperatura dello stabilimento è sicuramente il minore dei problemi! Infatti, durante l’inverno l’aria fredda viene semplicemente convogliata con delle ventole verso l’interno, e una volta scaldata dai server prosegue verso gli uffici, eliminando anche il problema del riscaldamento.

Insomma, la tecnologia è una potentissima alleata per ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività quotidiane, ma è comunque necessario adottare le giuste misure per essere sicuri di non risolvere un problema creandone un altro!

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