In un articolo ti avevo già parlato delle truffe online alle quale prestare attenzione, ma nell’ultimo periodo sta prendendo piede una nuova tipologia: ti parlo della sextortion, un sistema di truffa online che consiste nell’invio (quindi ricezione) di mail sospette, dove il modus operandi è quello di minacciare l’invio di foto e video imbarazzanti nella rete dei conoscenti della vittima.
In questo articolo ti spiegherò come riconoscerle, ed evitarle.
Sextortion: cosa è
Queste mail seguono uno script che si ripete. In apertura, la vittima vieni avvisata di essere stata hackerata, con toni minacciosi come “ti sto osservando da tempo, ho il controllo del tuo computer”. Dopo questo incipit, il criminale rivela di essere in possesso delle sue password e di conoscerne addirittura le abitudini intime, tanto da essere in possesso di registrazioni riguardanti la frequentazione di siti vietati ai minori e video reperiti grazie all’hackeraggio della webcam. A questa rivelazione scatta l’estorsione in conclusione: viene richiesto un pagamento, in bitcoin, pena la diffusione del materiale.
Questa tipologia di ricatto, denominata sextortion negli Stati Uniti, ha iniziato a prendere piede nella prima metà del 2018 ed è stata registrata come una delle forme di spam più redditizie dell’ultimo periodo: andando a toccare un lato così intimo infatti la vittima è molto più propensa a mettere a tacere l’hacker!
Inoltre è stata rilevata una strategia di prezzo diversificata per paesi diversi: un team di ricerca australiano ha infatti evidenziato come le mail di spam inviate in lingua inglese, slovena e coreana richiedano un riscatto maggiore rispetto a quelle in lingua polacca, italiana e spagnola.
Sextortion: come muoversi
– Non farsi prendere dal panico: queste email possono essere anche email di phishing di finta sextortion. Attenzione alle truffe online!
– Non pagare il riscatto: cedere alle minacce non è né necessario (la polizia può risalire al criminale) né garantisce la cessazione dell’estorsione.
– Denunciare la minaccia alla polizia, chiamando il 113 o contattando la polizia postale.